Cassette di sicurezza prelievo al 35%

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Cassette di sicurezza prelievo al 35%

In attesa di capire su quale veicolo viaggerà la nuova voluntary disclosure – questione non da poco: se nella legge di bilancio o, a effetto immediato, in un decreto legge – l’impianto della rinnovata compliance fiscale è ormai definitivo, tanto da essere stato trasmesso anche a Bruxelles insieme al documento programmatico di bilancio.
Il nuovo testo – tre articoli, molto analitici – riparte dalla legge della voluntary/1 (n. 186/14) ma con alcune importanti novità, frutto dell’esperienza passata.
La prima delle quali è il tentativo di spingere sull’emersione nazionale (fallita nel 2015) introducendo una tassa fissa sul contenuto delle cassette di sicurezza (la legge parla più correttamente di «denaro contante o valori al portatore», cioè ovunque custoditi). Chi vuole regolarizzare può farlo versando il 35% del valore “disclosato”, mettendosi al riparo da ulteriori rivendicazioni delle Entrate e, soprattutto, da inchieste per reati fiscali o per autoriciclaggio. Due avvertenze importanti: il “neo”contribuente dovrà garantire sull’origine solo fiscale del denaro/valori – l’unica con il salvacondotto – ma l’Agenzia potrà dimostrare il contrario se ha presunzioni «gravi, precise e concordanti rispetto l’origine e la destinazione». Vale la pena ricordare che una dichiarazione falsa sul tema è punita con un reato specifico (da 18 mesi a 6 anni di carcere).
Anche per i conti e le attività rimaste all’estero, rispetto e nonostante la prima versione della voluntary, debuttano due aliquote forfetarie: il 35% sui singoli movimenti in entrata, che vanno cioè ad aumentare il conto, e il 15% sui movimenti in uscita (quest’ultima norma è per ovviare alle migliaia di contenziosi sui prelievi “ad uso personale” nella vecchia versione della legge).
La nuova voluntary disclosure andrà a regime non appena approvata la legge di bilancio (o il decreto legge, se ci sarà il via libera sul punto) e resterà in vigore per tutto il 2017. Potranno partecipare tutti i contribuenti, ad eccezione di chi abbia già fatto la vd/1, anche per interposta persona.
Se questo è il versante tecnico della nuova voluntary, sul piano politico e della comunicazione lo scenario è molto più complesso. A difesa del provvedimento ieri si è mosso il Governo, con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicin, che hanno fronteggiato le accuse di aver introdotto un condono. Con la voluntary disclosure, ha detto il ministro , «si invitano i cittadini che hanno risparmi occulti all’estero o in Italia a rivelare questa ricchezza e a mettersi in regola pagando tutte le tasse e gli interessi. A valutare la provenienza del denaro sarà in prima istanza l’agenzia delle Entrate, che si deve rivolgere all’autorità giudiziaria. Le somme vengono consegnate all’Agenzia che stabilisce quale sia la tassa da pagare, se frutto solo di evasione. Commercialisti e avvocati hanno sicuramente un compito importante, devono testimoniare che le dichiarazioni siano corrette». Il sottosegretario Nannicini, aggiunge che« la voluntary nazionale (sul contante) era già presente l’anno passato. Anche rispetto ai presidi per i controlli sulla provenienza dei fondi, non cambia nulla rispetto alla precedente versione. I presidi anti-riciclaggio e penali saranno rafforzati rispetto alla precedente vd. I soggetti che faranno emergere contante dovranno dichiarare che il denaro non proviene da reati non tributari, questo per bloccare corrotti e bancarottieri».
Intanto ieri il Senato ha approvato in via definitiva il Ddl di ratifica ed esecuzione della convenzione tra Italia e Panama per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con protocollo aggiuntivo, fatta a Roma e a Città di Panama il 30 dicembre 2010. Approvato in via definitiva anche il Ddl di ratifica della Convenzione tra Italia e Cile per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocollo, fatta a Santiago nel 2015. Disco verde definitivo anche ai Ddl di ratifica dell’accordo tra Italia e Turkmenistan, di quello tra Italia e Bermuda e di quello tra Italia e Liechtenstein sullo scambio di informazioni in materia fiscale.

Fonte: IlSole24Ore – Alessandro Galimberti

Studio Giuliano e Di Gravio

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