Controlli, rientro dei capitali, fatture e scontrini telematici il fisco cerca il cambio di passo.

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Controlli, rientro dei capitali, fatture e scontrini telematici il fisco cerca il cambio di passo.

Controlli, rientro dei capitali, fatture e scontrini telematici: il fisco cerca il cambio di passo.

Con il via libera definitivo del Governo ai decreti su certezza del diritto e fatturazione elettronica, che ora attendono solo la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale», si compie «un grande passo in avanti», ha detto ieri il premier Matteo Renzi al termine del Cdm, aggiungendo che «si tratta di elementi di novità non banali». Il tentativo è di agire sulla leva della semplificazione e su un sistema tributario più stabile.
Dopo gli ultimi anni di polemiche e scontri nelle Commissioni tributarie e in Cassazione tra imprese e agenzia delle Entrate sull’abuso del diritto, con l’attuazione della delega fiscale arrivano le regole con cui il Fisco potrà contestare l’elusione: quest’ultima non sarà più reato. Discorso diverso nei casi di frode fiscale per i quali però si configura un’evasione su cui il Fisco non fa sconti.

Non solo.

Il contribuente avrà ampi margini per chiedere direttamente all’amministrazione se i comportamenti fiscali adottati configurino o meno abuso del diritto.

Nell’ultima stesura del Dlgs il Governo ha accolto le osservazioni delle Commissioni Finanze di Camera e Senato prevedendo che l’istanza di interpello antielusivo possa essere inviata alle Entrate anche dopo che l’operazione sia stata realizzata purché arrivi prima della scadenza dei termini della dichiarazione o del pagamento delle imposte connessi all’operazione per la quale si chiede il chiarimento.
Il nuovo corso per l’abuso del diritto inizierà a decorre dal primo giorno del mese successivo alla data di entrata in vigore del decreto e dunque si applicherà solo per gli accertamenti futuri. Per le operazioni effettuate prima del decreto, le nuove regole avranno valore solo se non è stato notificato un atto impositivo.

L’altra novità molto attesa da professionisti e imprese sono i limiti al raddoppio dei termini per l’accertamento.
Il Fisco potrà ricorrere ai tempi supplementari nei controlli per imposte dirette e Iva solo se le denunce, comprese quelle della Guardia di Finanza, saranno presentate all’autorità giudiziaria entro i termini ordinari di decadenza dell’accertamento, vale a dire 4 anni ovvero 5 nei casi di omessa dichiarazione. Nella fase transitoria vengono fatti salvi gli effetti degli avvisi di accertamento, dei provvedimenti che irrogano sanzioni amministrative tributarie e tutti gli altri atti impugnabili con i quali l’Agenzia fa valere una pretesa impositiva o sanzionatoria, notificati alla data di entrata in vigore del decreto.
La vera sorpresa della norma sul raddoppio dei termini è comunque quella introdotta dal Governo nell’ultimo passaggio parlamentare del decreto: la cosiddetta norma “sblocca-voluntary”. Secondo questa misura l’adesione al rientro dei capitali garantisce la non punibilità gratuita su imponibili, imposte e ritenute legate alla procedura di emersione per i quali sono scaduti i termini per l’accertamento. In sostanza senza versare un euro chi aderirà alla voluntary potrà chiudere i conti con l’amministrazione anche per gli anni dal 2009 e precedenti.

Per le grandi imprese arriva, poi, la gestione del rischio fiscale. Con il nuovo regime dell’adempimento collaborativo le imprese con 10 miliardi di fatturato potranno rivolgersi alle Entrate per ottenere di fatto una vera e propria consulenza d’azienda. La platea dei soggetti interessati potrà comunque allargarsi visto che con il decreto in arrivo sull’internazionalizzazione delle imprese è stata creata una finestra ad hoc per accedere alla cooperative compliance presentando l’istanza per chi vuole creare nuovi investimenti in Italia oltre i 30 milioni.

L’adesione al regime comporterà comunque una serie di agevolazioni a partire dall’interpello preventivo con tempi di risposta ridotti, il taglio alla metà delle sanzioni amministrative e nessun obbligo di garanzie per i rimborsi di imposte dirette e indirette.

L’arrivo della fatturazione elettronica rappresenta «la chiave di successo della semplificazione amministrativa», ha detto ieri Renzi. Non ci sarà nessun obbligo di trasmissione dei dati e dei corrispettivi ma le imprese potranno scegliere se aderire o meno all’e-fattura e agli scontrini telematici.

Per l’adeguamento delle tecnologie, per le quali è comunque saltata la richiesta delle associazioni di vedersi riconoscere un credito d’imposta, ha obbligato il Governo a fissare il debutto della fatturazione elettronica al 1° gennaio 2017.

Per i contribuenti non ci saranno comunque oneri per l’archiviazione dei dati trasmessi al Fisco mentre con l’opzione alla telematica le imprese potranno beneficiare di “regime premiale” che garantirà l’esclusione dall’obbligo dello spesometro così come delle comunicazioni per operazioni intrastat o con Paesi black list.

Sul fronte dei rimborsi Iva scatterà una procedura accelerata, mentre sugli accertamenti ci saranno termini ridotti.

La trasmissione telematica di tutti i dati, comunque, non consentirà alle “partite Iva” di sfuggire al meccanismo del reverse charge e dello split payment.

 

FONTE: Il Sole 24 Ore

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