LA RIFORMA DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI: UN NUOVO MODELLO PER QUELLA GIORNALISTICA

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LA RIFORMA DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI: UN NUOVO MODELLO PER QUELLA GIORNALISTICA

di Gino Falleri, dottore in legge, Vice Segretario dell’Associazione della Stampa Romana

Il riordino delle professioni intellettuali, che ha preso il via nel luglio 1998 con la proposta di legge delega dell’allora ministro Guardasigilli Giovanni Maria Flick, che aveva fatto suo il "Progetto Mirone", dovrà attendere la prossima legislatura prima che possa vedere la sua conclusione. Così è stato affermato in occasione del convegno sul tema "Professioni e concorrenza", organizzato a Roma nella seconda decade di maggio dalla Federazione nazionale dei cavalieri del lavoro. Dopo sette anni dalla presentazione della proposta Flick, e a poco più di un anno dal testo varato dalla Commissione presieduta dall’on. Michele Vietti, allora sottosegretario alla Giustizia, sul fronte delle professioni intellettuali finora non è stato realizzato molto. E questo nonostante sia sempre stato affermato che le professioni intellettuali, per essere veramente al servizio del cittadino, abbisognavano di una radicale cura di restauro e non si poteva non tenere conto di quanto stava accadendo nell’Unione europea. Quali gl’indirizzi e quali le soluzioni, soprattutto in considerazione della libertà di circolazione e del diritto che hanno i cittadini europei di stabilirsi, ed attendere alle proprie occupazioni, nei paesi dell’Unione.

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