Compensi amministratori deducibili solo con delibera

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Il costo del compenso può essere dedotto se certo, ed è la delibera dell’assemblea dei soci ad attribuire certezza alla spesa per gli amministratori
Secondo un recente orientamento (Cassazione, sentenza 5349/2014) in mancanza di una delibera societaria che abbia autorizzato e quantificato il compenso dell’amministratore, il relativo costo è indeducibile per l’impresa in quanto privo del requisito di certezza. Questa linea, supportata anche da ulteriori recenti sentenze (Cassazione, 5349/2014, 17673/2013 e 20265/2013) è in contrasto con quanto affermato in precedenza dalla stessa Cassazione. La sentenza delle Sezioni unite, 21933/2008, sosteneva che con l’approvazione del bilancio, i soci potevano approvare implicitamente anche i compensi riconosciuti all’amministratore o agli amministratori, essendo stati inseriti come costo nel conto economico. Tra l’altro, secondo la sentenza della Cassazione 1647/1997, per gli amministratori esiste una presunzione legale di onerosità dell’incarico, anche in assenza di una specifica clausola statutaria o di una delibera assembleare. Pertanto il principio di certezza, indispensabile per la deduzione fiscale, non si realizzerebbe per effetto della delibera assembleare, ma perché l’amministratore è stato legittimamente nominato e ha svolto la relativa attività. La delibera, quindi, rileverebbe ai fini della quantificazione del compenso e non anche per il riconoscimento del diritto al compenso.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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