Avviso telematico.
Le imprese con anomalie sulle plusvalenze saranno le prime a “testare” il nuovo avviso.
I primi avvisi telematici riguarderanno oltre 2.500 imprese che nelle dichiarazioni 2011 hanno indicato dati anomali sulle plusvalenze e sopravvenienze attive rateizzate. Queste voci possono infatti essere dilazionate fino a cinque anni, in quote costanti, per cui se la dichiarazione mostra un dato diverso si può essere di fronte a un’omissione parziale o totale della quota. L’interessato potrà chiedere spiegazioni, indicare elementi aggiuntivi oppure aderire al ravvedimento. L’amministrazione finanziaria ha intenzione di spingere sul canale telematico, tramite posta elettronica certificata, anche per le nuove comunicazioni di anomalia sugli studi di settore. L’Agenzia dovrebbe inviare le comunicazioni nei prossimi giorni, per favorire la correzione dei comportamenti da parte dei contribuenti prima della prossima scadenza per i versamenti. Attualmente il termine è fissato al 16 giugno, ma come negli anni scorsi sono alte le possibilità di una proroga. La tappa successiva delle comunicazioni di anomalia dovrebbe riguardare i professionisti. Anche in questo caso l’allert che fa scattare la comunicazione è determinata dai problemi che emergono dall’incrocio dei dati. In particolare, il dato rilevante è rappresentato dai compensi dichiarati dai sostituti d’imposta che non coincidono con i dati indicati nella dichiarazione del professionista.
Lo stesso meccanismo dovrebbe poi applicarsi anche ai commercianti. In questa fattispecie i dati rilevanti emergono dall’elaborazione delle comunicazioni relative allo spesometro, attraverso l’incrocio delle informazioni comunicate dai clienti e dai fornitori.
L’intento dell’avviso telematico è quello di allertare i contribuenti sulle anomalie incontrate dall’amministrazione finanziaria nell’esame delle loro dichiarazioni, e permettere allo stesso un’autocorrezione prima che scatti l’accertamento.
L’inizio della nuova procedura viene dato dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate prot. 2015/71472 con il quale si concentra l’attenzione sulle plusvalenze e le sopravvenienze attive dichiarate dalle imprese, e che rappresenta la prima applicazione delle novità con cui l’ultima manovra ha disegnato il sistema dell’avviso telematico (commi 634 e 635 della legge 190/2014) e ampliato i termini per il ravvedimento (comma 636).
Le due norme, come dimostra il meccanismo delineato nel provvedimento diffuso dall’Agenzia delle Entrate vanno lette insieme.
Le prime segnalazioni dell’Agenzia, che saranno inviate tramite Pec limitando la carta ai soli casi in cui l’indirizzo di posta certificata non sia attivo, saranno indirizzate a oltre 2.500 società che mostrano un problema sulle plusvalenze o le sopravvenienze attive nelle dichiarazioni del 2011.
A seguire, dopo una nuova ondata di comunicazioni di anomalia sugli studi di settore in arrivo nelle prossime settimane per spingere a modificare il comportamento prima della prossima scadenza (ora fissata al 16 giugno, ma in odore di proroga), nei prossimi due mesi il sistema dovrebbe essere replicato per i professionisti, quando i compensi dichiarati dai loro sostituti d’imposta non sembrano tornare nelle dichiarazioni, e sullo spesometro, nei casi in cui l’incrocio fra i dati dei clienti e dei fornitori indica qualche problema nelle dichiarazioni dei commercianti.
In poco tempo, il sistema dell’avviso telematico potrebbe racchiudere parecchi contribuenti, accomunati da una spia accesa dal confronto dei dati. Obiettivo dichiarato dell’amministrazione finanziaria è rompere la catena fra anomalie e accertamenti, spingendo i contribuenti alla compliance (regolarità) resa possibile dal nuovo ravvedimento. Il meccanismo, se si torna alle plusvalenze e alle sopravvenienze attive, appare chiaro.
Queste voci si possono rateizzare fino a cinque anni, spalmandole in quote costanti sulle dichiarazioni successive all’anno in cui sono state maturate; di conseguenza il confronto con la serie storica può facilmente segnalare un problema quando la quota è inferiore rispetto alle dichiarazioni dell’anno precedente oppure scompare del tutto. In questi casi, l’Agenzia comunicherà all’interessato l’ammontare della plusvalenza o sopravvenienza rateizzata, il numero di rate e l’ammontare della quota costante, i dati sulla dichiarazione 2011 in cui la quota annuale risulta omessa (in tutto o in parte) e il valore dell’omissione.
Il problema può derivare da un errore materiale nella dichiarazione o da qualche altro inciampo, e una volta ricevuta la segnalazione dall’Agenzia il contribuente potrà riverificare il tutto e indicare la propria “controdeduzione”.
Nel primo caso (per esempio per un errore nella gestione dei quadri) la partita si potrebbe chiudere con una semplice sanzione formale, altrimenti si entra nel meccanismo del ravvedimento allungato dalla legge di stabilità.
Il provvedimento dell’Agenzia non indica termini per la risposta da parte del contribuente proprio perché a guidare il tutto è il nuovo calendario del ravvedimento.
Ricevuta la segnalazione, l’impresa ha infatti due strade: 1) rivolgersi agli indirizzi mail che saranno indicati nell’avviso elettronico per chiedere informazioni ulteriori o indicare “elementi, fatti e circostanze” aggiuntivi, 2) autocorreggersi sfruttando le chance del ravvedimento.
Ovviamente il contribuente che riceve la comunicazione delle Entrate potrebbe anche decidere di non fare nulla, esponendosi all’accertamento.