Calenda riordino e semplificazione per gli incentivi alle imprese nel 2017

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Calenda riordino e semplificazione per gli incentivi alle imprese nel 2017

Il 2017 non sarà solo l’anno dell’atteso lancio del piano industria 4.0 che prenderà forma nella legge di bilancio con la spinta agli investimenti.
Nei prossimi mesi dopo anni di stop arriveranno nuove agevolazioni per le imprese energivore con un taglio degli oneri che a regime potrebbe valere 1,5 miliardi all’anno.
Si dovrebbe poi finalmente completare il tanto annunciato riordino degli incentivi alle imprese che vedrà una drastica semplificazione delle misure di agevolazione a disposizione del Mise che passeranno dalle attuali 21 a solo cinque. Scommettendo su quegli strumenti che funzionano, privilegiando soprattutto quelli automatici.
Ma per le imprese il ministero dello Sviluppo economico guidato da Carlo Calenda – ascoltato ieri sera dalle commissioni Industria di Camera e Senato sulle linee guida del suo dicastero per il 2017 – ha pronto un menù con misure che spaziano dall’ energia alle Tlc fino all’internazionalizzazione.
Un fronte quest’ultimo che desta molte preoccupazione: il prossimo anno il commercio internazionale subirà infatti un vero e proprio «crollo» crescendo meno del Pil, ha ricordato ieri il ministro Calenda nell’incontro a Roma «Obbligati a crescere». Una frenata del genere non si vedeva da 15 anni.
La colpa per Calenda è dovuta anche al fatto che «non c’è più una sede in cui si discute di commercio internazionale. Il Wto non va, gli accordi internazionali non vanno, non ci sono più strumenti e luoghi dove si fa governance». Il caso più eclatante è il mezzo fallimento del Ttip – l’accordo sul commercio tra Europa e Usa – che «non si chiuderà.
Probabilmente ci sarà una convergenza sugli standard che condividiamo». E proprio per rafforzare il nostro export una delle misure previste per il 2017 dal programma del Mise è il rafforzamento del sostegno all’internazionalizzazione con il piano made in Italy che avrà 100 milioni in più (per un budget totale di 187 milioni) e vedrà creazione di un polo unico Sace-Simest per il supporto all’export.
Per quanto riguarda il riordino degli incentivi per il quale Calenda ieri ha parlato di «enorme semplificazione» e a cui ha collaborato anche l’ex commissario alla spending review Enrico Bondi la parola d’ordine è «razionalizzazione». Nel mirino gli strumenti che valgono 2,7 miliardi ancora disponibili per il biennio 2014-2016, di cui il 70% destinato alle Pmi e il 75-80% al Sud. L’intenzione è quella di privilegiare quelli automatici. Come nel caso degli incentivi all’innovazione dove si supererà definitivamente il meccanismo dei bandi tematici a favore di un solo strumento – l’accordo di ricerca e sviluppo – che prevede un finanziamento agevolato e contributi a fondo perduto (per al massimo il 20% dell’importo del progetto) nei settori di ricerca indicati dal piano Ue Horizon 2020. Stessa logica di razionalizzazione anche per gli incentivi destinati alla creazione di nuove imprese: si punterà su solo due misure (dalle 5 attuali). E cioè lo strumento «Smart&start» per le start up innovative e quello per le nuove imprese a tasso zero per micro e piccole aziende composte da giovani o donne. Per gli investimenti produttivi si prevede di scommettere tutto sul contratto di sviluppo semplificato, mentre per le aree di crisi le «linee guida programmatiche» presentate ieri da Calenda annunciano la piena operatività della legge per le aree di crisi. Con il ministro che in audizione ha annunciato «un rifinanziamento potente».
Molto sostanzioso è il pacchetto sull’energia che il prossimo anno ad aprile vedrà l’aggiornamento della «Sen», la strategia energetica nazionale.
Nel 2017 si punterà anche all’attuazione del «capacity market» e al rafforzamento degli strumenti a disposizione dell’efficienza energetica che come impatto atteso dovrebbe ridurre la bolletta nazionale fino al 2020 di 11-12 miliardi. Mentre nei prossimi mesi dovrebbe vedere la luce la riforma degli oneri generali di sistema per i clienti non domestici e le nuove agevolazioni per le imprese energivore che aspettano i rimborsi dal 2013. Lo snodo sarà il riequilibrio del peso degli oneri per le rinnovabili tra settore industriale e altri settori.
Calenda sottolinea poi l’opportunità che può arrivare dal recupero dei «residui passivi perenti» (le somme non spese oggetto di contenzioso): dei 7,6 miliardi fermi il ministero punta a sbloccarne gradualmente 2,5. E il desiderio del ministro è di spostare ogni euro che si sbloccherà sul Fondo di garanzia per le Pmi che sarà già rifinanziato con 900 milioni aggiuntivi.
Botta e risposta infine con i parlamentari sul Ddl concorrenza ancora fermo al Senato: «Il ritardo non è assolutamente positivo. Per me va approvato prima del referendum», ha detto il ministro. Anche perché il documento del Mise annuncia un nuovo provvedimento nel 2017.
FONTE: Ilsole24ore – Marzio Bartoloni
Studio Giuliano e Di Gravio
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