Ipagoo lancia un unico conto corrente online utilizzabile in tutta Europa

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Ipagoo lancia un unico conto corrente online utilizzabile in tutta Europa

Ipagoo, retail banking sviluppata da Orwell group, lancia un servizio paneuropeo che consente di aprire, con pochi click, un conto corrente online contemporaneamente utilizzabile in Uk, Francia, Italia, Spagna ed entro la fine di quest’anno anche in Germania. Per le aziende il servizio partirà dal 1 marzo 2015

Dal 2 febbraio 2015 aprire un conto corrente ed effettuare operazioni di cash management in tutta Europa non è più un problema. Tutto questo grazie a un nuovo servizio paneuropeo che consente, appunto, di aprire con pochi click un conto corrente online, contemporaneamente utilizzabile in Uk, Francia, Italia, Spagna ed entro la fine di quest’anno anche in Germania.

E’ questa la novità che ipagoo, retail banking sviluppata da Orwell group, ha ufficializzato oggi. Il servizio è già operativo per i privati, mentre le aziende potranno beneficiare di ipagoo dal 1 marzo 2015.

Il servizio sarà disponibile su tablet e smartphone attraverso le app sviluppate per i principali sistemi operativi. L’obiettivo principale che si è prefissata ipagoo è quello di restituire libertà di movimento alle persone e alle imprese eliminando le barriere che il sistema bancario tradizionale ha posto in essere.

Carlos Sanchez, ceo della società, ha spiegato che i problemi di un’eccessiva frammentazione bancaria sono sia una barriera che lascia nel limbo finanziario persone e imprese che cercano di ottenere un conto corrente in un altro paese, rispetto a quello di residenza, sia un ostacolo allo sviluppo delle aziende stesse desiderose di effettuare commercio con l’estero che si vedono ‘tarpate le ali’ di fronte a costi reali ben superiori a quelli misurati attraverso i normali pagamenti e transazioni bancarie.
ipagoo è stato progetto sia da esperti ingegneri informatici sia da professionisti del settore bancario che hanno ‘militato’ in quell’ambiente. Sanchez, infatti, è un ex bancario ‘tradizionale’che, una volta uscito da quel mondo, ha analizzato con cura la normativa e la direttiva sui pagamenti del 2007 e si è domandato cosa ci sia in un banca.
“Dentro una banca tradizionale ci sono due anime: una dedicata alla gestione della liquidità e un’altra dedicata alla gestione dei pagamenti, carte, ecc. Su queste due anime abbiamo lavorato e studiato la normativa e capito che potevano essere scisse. Dopo il consenso dell’autorità inglese, ci siamo concentrati sul cash management. Abbiamo chiesto una nuova licenza all’autorità britannica e poi il pass porting della licenza per l’Europa; aperto succursali in Inghilterra, Francia, Italia, Spagna e Germania, entro la fine dell’anno, ed entro due anni vorremmo essere in grado di condividere piattaforma e servizi in tutta Europa. Ma quel che è certo – ribadisce Sanchez – da oggi, attraverso la nuova piattaforma bancaria, possiamo offrire la possibilità di aprire conti correnti nei paesi in cui siamo presenti al momento con un solo onboarding. Forniamo servizi di cash management con portafogli elettronici e tutti i servizi di pagamento ma non facciamo gestione del risparmi”.

Sanchez precisa che l’obiettivo principale non è effettuare prestiti o investimenti con il denaro dei clienti, traducibili in operazioni finanziarie legate alle movimentazioni dell’economia e della sua stabilità, ma è quello di puntare sul concetto di ‘soldi al sicuro’.

Sanchez afferma che non è assolutamente volontà della piattaforma agevolare transazioni di denaro verso paradisi fiscali, ma di essere scrupolosi e attenti alle transazioni finanziarie. L’idea di riformulare un concetto di circolazione del denaro, semplificato e meno oneroso, è arrivata anche in seguito alle prime avvisaglie della grande crisi economica in cui i paesi sono ancora prevalentemente immersi e al crollo di Lehman Brothers che di fatto ha rivoluzionato e messo in guardia il sistema creditizio bancario.
La conseguenza? Rubinetti sempre più chiusi e circolazione del denaro più controllata. Le banche hanno rivisto le loro modalità di operare investimenti e concedere finanziamenti, si sono fatte più severe e scrupolose nell’erogare prestiti, soprattutto alle realtà meno sicure e più rischiose. “Vogliamo essere un’alternativa per le imprese, specie Pmi, che hanno necessità a ottenere finanziamenti ma che faticano anche a causa della frammentazione del sistema bancario”, chiude Sanchez.

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