PROPOSTA DI MODIFICA LEGISLATIVA DI TRASFERIMENTO IMMOBILIARE A SEGUITO DI DONAZIONI
di Aldolfo de Rienzi, notaio in Roma
Il problema da risolvere, per dirla in estrema sintesi, è quello che quotidianamente ci poniamo allorché nelle provenienze ci si imbatta in atti di donazione. Ho esaminato taluni lavori effettuati sull’argomento oggetto della presente proposta , da parte di Commissioni Propositive del Consiglio Nazionale del Notariato precedenti a quella della quale io faccio parte, ed ho avuto conferma di quanto si siano spese parole, parole e teorie che non ci hanno aiutato per il passato e che ancora meno ci aiuteranno per il futuro perché, se fini a se stesse, innescano meccanismi di speculazione giuridica dai quali non si viene fuori… Tra i tanti autori che si sono occupati dell’argomento, uno degli Studi più recenti e più completi è quello contenuto nella Rivista di Diritto Privato 1998: "Contributo per una riforma del divieto dei c.d. patti successori rinunciativi" ad opera dei notai Ciro Caccavale e Federico Tassinari. Anche se, come sempre, bravi, concreti e coerenti, i due colleghi sono partiti da un presupposto che non ritengono necessario dimostrare e precisamente: "non appare opportuno nel sistema… un meccanismo che mini completamente la logica del libro secondo del Cod i c e come in sostanza si verificherebbe se si riducesse ogni tutela dei legittimari ad un piano meramente obbligatorio, equivalendo ciò, se ben si riflette, ad una pressoché totale vanificazione dei legittimari stessi" . Dando con ciò per scontato che il Codice anteponga necessariamente il criterio "qualitativo" (l’immobile) al criterio "quantitativo" (il valore) e ciò fino a sacrificare l’interesse alla tranquilla disponibilità del bene sull’altare di vicende familiari alle quali i soggetti titolari dei diritti reali, sono completamente estranei. Ovvio pertanto che i medesimi autori debbano poi mediare tra le due opposte esigenze: la tutela dei legittimari e la tranquilla circolazione del bene.