REGIONI OGGI. QUALE LA FORMA DI GOVERNO?
LA NUOVA AUTONOMIA. DEVOLUTION. "LEGGI" DIVERSE PER CITTADINI EGUALI?
di Davide Binda, dottore in legge, studio legale e commerciale G&DG
Cosa è possibile intendere oggi per forma di governo?
Per provare a rispondere potremmo tentare di interrogarci su: "a quale organo spetta o tra quali organi regionali è distribuita la funzione di indirizzo politico?",1 potrebbe nascere a questo punto, un ulteriore interrogativo su cosa si debba intendere per indirizzo politico; ebbene potremmo considerare quest’ultimo come il complesso delle scelte fondamentali cui in un certo momento, deve uniformarsi l’azione della Regione, dei suoi organi e in certa misura anche quella dei cittadini.2 In quest’ambito, sarà sufficiente quindi limitarsi a definire la forma di governo come "il complesso di rapporti che in un determinato ordinamento e in un determinato periodo si viene a stabilire tra gli organi che lo costituiscono"; nel nostro caso, Consiglio regionale, Presidente della Regione e Giunta. Doveroso sottolineare come la forma di governo non rappresenti un elemento statico, bensì come la stessa si trovi a subire continue trasformazioni dovute all’evoluzione della società e dell’ordinamento; sarà quindi interessante analizzare dette modificazioni che, dall’introduzione dell’ordinamento regionale nell’anno 1970, hanno segnato la forma di governo che ci proponiamo di analizzare, tenendo presente che proprio la sorta di principio di "autonomia regionale" che si sta venendo a delineare nel panorama legislativo italiano rende possibile la diversificazione di leggi e regolamenti tra regione e regione, sia in materia di diritto amministrativo, sia di diritto del lavoro, diritto civile e così come in altri campi.