Riapre per un anno la voluntary obiettivo 2 miliardi

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Riapre per un anno la voluntary obiettivo 2 miliardi

La nuova voluntary riapre il cantiere e va ad allinearsi cronologicamente all’entrata in vigore – il 1° gennaio 2018 – dello scambio automatico internazionale di informazioni fiscali.

Lo schema della nuova emersione volontaria di nero fiscale – sia estero sia domestico – riparte dalla legge 186/14 (la voluntary/1, in vigore per tutto l’anno solare 2015), ma con alcuni correttivi importanti, almeno nell’ipotesi di testo elaborata dal Mef.

La compliance fiscale sarà possibile fino al 15 novembre del 2017 e, replicando il vecchio meccanismo, potrà essere integrata fino al 29 dicembre del prossimo anno.

Le annualità fiscali sanabili saranno le sei comprese dal 2010 al 2015, con un meccanismo di congelamento dei termini per evitare la prescrizione fiscale.

In pratica, i termini scaduti dal 1° gennaio 2015 e che scadranno fino al 31 dicembre del 2017 saranno prorogati a tutto il 31 dicembre del 2018: così facendo si impedisce di sfruttare la decadenza maturata dalla entrata in vigore della legge 186 (la vecchia voluntary) alla data di presentazione dell’istanza dei nuovi candidati all’emersione. In sostanza si tratta di una clausola anti”furbetti” del ritardo. Dall’esperienza dei contenziosi nati sulla vecchia voluntary debuttano, in questa nuova versione, le nuove aliquote del 35 e del 15 per cento sui movimenti bancari.

Migliaia di contestazioni sui conti esteri già “disclosati” riguardavano le movimentazioni, sia in entrata sia in uscita. Per superare l’impasse, la proposta del Mef è di tassare con il 35% i movimenti di alimentazione del conto che non possano essere giustificati come reddito. Analogo ragionamento per i prelievi, su cui nella vecchia versione sono nati migliaia di contenziosi circa la loro classificazione come «personali» o meno. Se le parti – cioè contribuente e Agenzia – non saranno in grado di classificare un prelievo, su questo si applicherà l’aliquota fissa del 15 per cento.

Da questa norma “madre” i tecnici del Mef avevano poi tratto la contestatissima applicazione per il “nero” domestico: qui però il 35% si applicherebbe all’ammontare del dichiarato, e non ai movimenti. Sul punto non si sarebbe però ancora trovato l’accordo politico e, dalle prospettive di gettito, pare sia da escludere l’ingresso dell’aliquota flat sulle cassette di sicurezza. Il premier Renzi ha infatti parlato di 2 miliardi tra imposte e sanzioni (che non risultano minimamente ritoccate rispetto alla vd/1) , vale a dire la metà esatta dei 4 ricavati dalla vecchia regolarizzazione – che aveva portato all’emersione di 60 miliardi, di cui solo poco più di 1 domestico, il resto dall’estero, ? dei quali dalla sola Svizzera). Considerato che il nero circolante – e non espatriato – è di almeno un’ottantina di miliardi, la tassazione flat porterebbe qui in cassa una cifra molto più alta del previsto.

La riedizione rivista e corretta della voluntary disclosure sarà accompagnata da una stretta sul fronte dell’evasione Iva. Come anticipato su queste pagine arrivano le nuove comunicazioni Iva: uno spesometro trimestrale analitico con cui dovranno essere inviate all’amministrazione finanziaria tutte le fatture ricevute e quelle emesse. Contemporaneamente dovranno essere comunicate anche le operazioni Iva distinte per singola aliquota d’imposta (4, 5, 10 e 22%). Dall’incrocio dei dati sull’Iva dovuta e quella pagata l’amministrazione “quasi in tempo reale” (15 giorni) potrà inviare al contribuente un alert di compliance invitandolo a spiegare le ragioni del mancato versamento. A compensare l’aumento dei costi da adempimento (4 invii l’anno) sarà un credito d’imposta. Sul fronte Iva la nuova stretta arriverà anche sulla tracciabilità dei distributori di servizi e beni. Nel mirino quasi certamente anche i self service dei benzinai.

Il pacchetto fiscale della manovra, inoltre, ripropone con una semplice riapertura dei termini le misure sulla estromissione dei beni ai soci (1° gennaio-31 maggio 2017), nonché la rivalutazione dei valori di acquisto di terreni e partecipazioni. Riapre retroattivamente a favore dei contribuente anche l’assegnazione agevolata dei beni ai soci che potrà essere effettuata dal 1° ottobre 2016 (era scaduta il 30 settembre scorso) al 30 settembre 2017. Oltre all’Iri e al regime di cassa e alla stretta sull’Aiuto alla crescita economica (per i quali si rinvia ai servizi in pagina) la manovra aumenta a 25mila euro la deduzione dei canoni delle auto a noleggio.

Sul fronte del risparmio privato arrivano i Pir (piani a lungo termine) e le cosiddette società sponsor (si veda il servizio a pagina 9). Novità anche per le banche. Il canone versato dagli istituti di credito nel luglio scorso per le Dta (Deferred Tax Asset) per l’anno d’imposta 2015 varrà come acconto per l’anno d’imposta 2016. Il tutto senza spostare l’ultimo anno di pagamento che resta ancorato al 2029 come prevede il decreto banche dell’estate scorsa. Con l’Iva di gruppo, inoltre, saranno sia banche che assicurazioni a beneficiare della possibilità di sterilizzare le operazioni infragruppo. In sostanza il gruppo di imprese potrà presentarsi al Fisco come unico soggetto Iva evitando di fatturare le operazioni imponibili all’interno dello stesso gruppo.

Arriva uno sconto da 1,3 miliardi per gli agricoltori con l’esenzione triennale ai fini Irpef dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati dai coltivatori diretti. Infine, il Governo rilancia sugli sconti Irpef per la casa: l’ecobonus viene stabilizzato per cinque anni dal 2017 al 2021 e cresce fino al 75% se si ienterviene sul condominio; arriva il sismabonus incrementale dal 50 all’85% e bonus mobili al 50% per chi ha ristrutturato nel 2016 e acqusita arredamenti ed elettrodomestici nel 2017.

 

Fonte: IlSole24Ore – Alessandro Galimberti e  Marco Mobili

 

Studio Giuliano e Di Gravio

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