IL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE: DALLE PRIME ESPERIENZE DI GIURISDIZIONE PENALE SOVRANAZIONALI ALLA RATIFICA DEL TRATTATO DI ROMA
Laura Guercio, avvocato, e Marina Aragona, dott.ssa in legge
Il diritto penale internazionale disciplinante i rapporti tra individui di diversi Stati rappresenta una novità nel panorama del diritto internazionale che, per molto tempo, ha visto i tribunali intervenire solo nelle controversie fra gli stati. Solo a partire dalla seconda guerra mondiale, infatti, ha preso corpo il progetto di deferire ad una corte internazionale i responsabili dei più gravi crimini quali il genocidio, i crimini di guerra e quelli contro l’umanità. Sebbene, precedentemente, vi siano stati vari tentativi finalizzati alla istituzione di un organo di giustizia sovranazionale, essi tuttavia non hanno mai avuto un esito concretamente positivo. Lo stesso Trattato di Versailles del 1919 prevedeva in modo generico la possibilità di procedere contro i criminali di guerra, per "offesa suprema contro la morale internazionale e l’autorità sacra dei trattati". Il successivo Trattato di Sèvres del 1920, che prevedeva l’estradizione dei responsabili turchi per il genocidio degli armeni, non fu mai ratificato, togliendo, pertanto, alla comunità internazionale, la possibilità d’intervenire contro chi si era macchiato di tali massacri. Peraltro nel 1923 venne ratificato il Trattato di Losanna, contenente una dichiarazione di amnistia piena per tutti i delitti commessi.
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