Indagini finanziarie sull’estero

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Indagini finanziarie estere. Nessun segreto per il fisco sui movimenti finanziari verso qualunque stato, soprattutto paradisi fiscali e paesi black list. La Guardia di finanza e lo speciale braccio armato dell’Agenzia delle entrate contro l’evasione fiscale internazionale, l’Ucifi (Ufficio Centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali) potranno andare a bussare alle porte di intermediari finanziari e di professionisti chiedendo ai primi informazioni su qualunque tipo di movimento verso l’estero superiore ai 15 mila euro effettuato da persone giuridiche e, ai secondi chi è il titolare effettivo dell’operazione. Le indicazioni arrivano da un provvedimento dell’8 agosto che dà attuazione alle nuove norme sul monitoraggio fiscale e che porta la duplice firma del direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, e del comandante generale della Guardia di finanza Saverio Capolupo.
Il provvedimento dà attuazione alle previsione normative in tema di monitoraggio fiscale e segue un altra norma di attuazione del 24 aprile 2014 sulle persone fisiche.
Gli intermediari, a domanda dell’amministrazione finanziaria, dovranno fornire il periodo temporale di riferimento non superiore a 12 mesi, il codice della causale dell’operazione individuata e l’ambito territoriale di riferimento della richiesta. Se la richiesta riguarda il soggetto le informazioni riguarderanno anche i dati anagrafici, compreso il codice fiscale.Gli elementi informativi spazieranno dalla data, come detto in precedenza, alla eventuale presenza di denaro contante nelle operazioni fuori conto. Le richieste poi potranno colpire anche i dati dei soggetti che dispongono l’ordine di pagamento compresi i soggetti delegati a compiere l’operazione e i titolari effettivi. Nel caso di ordini di accreditamento, i dati di chi riceve i soldi compreso l’eventuale stato estero di residenza anagrafica.

Fonte : Italiaoggi.it

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