La banca ? Ora è virtuale.

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Innovazione tecnologica e direttive Ue sui sistemi di pagamento sono i presupposti per una rivoluzione nel settore bancario. Così ipagoo, il nuovo istituto studiato da Orwell, lancia la sua sfida ai big del credito.

 Mentre in Italia il settore bancario è in fibrillazione in attesa del nuovo risiko, il cambio di scenario legato alla rivoluzione tecnologica e alle ultime direttive europee sui sistemi di pagamento potrebbe (almeno in parte) svuotare di significato il processo di aggregazione destinato ad aprirsi nei prossimi mesi. All’orizzonte si muovono infatti nuovi attori virtuali, meno legati al business tradizionale, più flessibili e in grado di erodere quote di mercato alle banche. Se ancora prima della grande crisi uno dei principali asset di una banca era lo sportello, già da qualche anno ormai il paradigma è completamente cambiato e tutti i principali player del settore hanno cercato di sviluppare piattaforme di online banking. L’obiettivo finale tuttavia rimane sempre lo stesso: raccogliere i risparmi dei clienti attraverso il conto online per poi reimpiegarlo per fare prestiti a imprese e famiglie nel proprio mercato di riferimento. Un mercato che spesso coincide con il territorio nazionale ma che, fatta eccezioneper i big del credito, in molti casi rappresenta solo una specifica zona geografica del Paese. Questa frammentazione risulta ancora più accentuata a livello continentale. Nonostante l’Ue costituisca un mercato unico grazie alla libera circolazione di persone, beni, capitali e servizi, il mercato bancario europeo risulta invece poco integrato. Anche per questo, sia i cittadini, che per motivi di studio o di lavoro hanno esigenza di spostarsi da uno Stato all’altro dell’Unione, sia le imprese, che hanno una presenza in più Paesi, sono costretti a intavolare relazioni con un più banche. Con tutto ciò che ne consegue in termini di maggiori costi. Questo perché le banche tradizionali, che pure hanno raccolto la sfida dell’online banking, hanno comunque la necessità di mantenere stabili i depositi di privati e aziende, limitandone dunque la flessibilità. È in uno scenario come questo che è nata ipagoo, una nuova banca digitale sviluppata da Orwell group che ha da poco lanciato i suoi servizi in diversi Paesi europei tra cui il Regno Unito, la Francia, la Spagna e l’Italia.

Ipagoo, come spiegato a Milano Finanza dal ceo Carlos Sanchez, ex direttore esecutivo di GoldmancSachs asset management ed excceo di Rbc Dexia investor servicescin Francia e in Italia, «è un’istituto di nuova generazione che va al di là della banca digitale e offre non solo un universo di servizi specializzati ma soprattutto elimina le barriere internazionali. Numerosi istituti che si definiscono digitali», spiega Sanchez, «in realtà, hanno soltanto aperto un canale digitale, ma continuano a operare attraverso un modello di business tradizionale. Ipagoo, invece, grazie alla separazione tra attività di cash management e di credito, propone una visione del tutto innovativa». Ipagoo, infatti, si concentra esclusivamente su tutti i servizi di cash management (conto corrente, servizi di pagamento e servizi a valore aggiunto relativi alla movimentazione del denaro) senza però fornire soluzioni di credito o risparmio. Rispetto alle banche tradizionali, anche quelle già ora presenti nell’internet banking, l’obiettivo principale di ipagoo non è dunque quello di reimpiegare il denaro raccolto per effettuare prestiti o investimenti. «ipagoo», continua Sanchez, «è la prima banca paneuropea che non si ferma alla frontiera: il cliente può aprire conti correnti aziendali nei Paesi in cui ipagoo è presente e gestirli tutti da un unico portale come se fosse uno solo.

Un ulteriore vantaggio è la rapidità di apertura del conto, poiché con ipagoo vengono ridotte le tempistiche necessarie. Quando ad esempio un’azienda italiana vuole aprire un conto in una banca estera, in alcuni casi, ci vogliono addirittura otto mesi». Per ora ipagoo garantisce l’apertura dei conti in quattro nazioni europee (Italia, Spagna, Francia e Regno Unito) da cui è possibile effettuare pagamenti verso qualunque parte del mondo. Nei prossimi due anni il management di ipagoo intende aumentare il numero di Paesi europei coperti dalla banca: l’obiettivo è raggiungere le 20 nazioni. In parallelo ipagoo sta lanciando il servizio anche in Nuova Zelanda, Canada, Australia.

Fonte : Milano Finanza


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